Notte di vento che passa

di Milena Agus

Pubblicato nel 2024
da: Mondadori
Pagine: 180
Genere: Narrativa

Trama

Cosima è una sognatrice, fin da quando è piccola vive dentro i libri, anzi letterarizza tutto ciò che la circonda, e così anche le cose più squallide ai suoi occhi diventano poetiche e affascinanti. E lo stesso fa suo padre, un inguaribile idealista che affronta la povertà con allegria, mentre la madre lavora per mantenere tutta la famiglia e si dispera perché in paese si mormora che sono gente da poco, gentixedda. Fino a che non si decidono a lasciare la campagna e a trasferirsi nella vicina Cagliari. Qui, a Cosima piace molto andare al Poetto e frequentare il liceo classico, dove ha una prof di lettere che la incoraggia a scrivere e a considerare Calvino, Shakespeare e Deledda come degli amici, e un compagno di classe che odia i ricchi e sogna di trasformare la Sardegna nella Cuba del Mediterraneo. Ma Cosima sente spesso la nostalgia del paese, e durante uno dei suoi ritorni incontra Costantino, un pastore scontroso e tormentato che ama suonare la fisarmonica. Lo trova bellissimo, rivede in lui l’Heathcliff di Cime tempestose e, nonostante gli avvertimenti del suo miglior amico, se ne innamora rovinosamente.

Recensione

Per merito del caso mi sono imbattuta in questo libro, perché beh, il primo che avevo scelto per la lettura del mese non ha soddisfatto le mie aspettative, ma questa è un’altra storia.

Notte di vento che passa ha risvegliato in me sentimenti contrastanti verso la terra che abito. Parla di una Sardegna, con i suoi clichè e no, che ti ruba il cuore e te lo distrugge. 

Ho scelto questo libro senza aspettarmi nulla, ma è arrivato nel momento in cui era più necessario che mai, in cui non è stato difficile immedesimarmi in Cosima, lettrice accanita che viaggia coi libri, che allo stesso tempo ha voglia e timore di lasciare la sua isola, turbata dalle sue vicende sentimentali e attratta dall’ideale di una famiglia perfetta. Non come la sua, un padre che non lavora per dedicarsi alla sua arte, una madre che fa più di un lavoro per dare dignità ai suoi figli, ma che vive in una condizione di dipendenza dal pensiero altrui. 

Questa lettura mi ha ricordato quanto le cose semplici trasmettono serenità senza tanta fatica; di questo rapporto amore-odio che i sardi hanno con la propria terra, dell’attaccamento alle radici e alla voglia di difendere la propria casa.

Alla fine del libro, l’autrice dichiara l’intento del libro, che in verità, è facilmente intuibile. Cosima rappresenta ognuna di quelle persone che fatica a trovare il proprio posto nel mondo. Anche se molto giovane, grazie ai libri ha esplorato posti e mondi meravigliosi, che le hanno regalato un modo tutto suo di vedere le cose, o le persone se pensiamo all’idea che ha di Costantino, amore (im)possibile. 

A parte qualche clichè (anche se contestuale), una cosa che non ho apprezzato particolarmente è stato il modo di descrivere i momenti intimi tra la protagonista e il suo amante. Per intenderci, quasi uno spicy non richiesto.

Per il resto, l’ho trovata una lettura interessante, leggera sì, ma che ti lascia un certo amaro in bocca al pensiero di quanto la Sardegna abbia da offrire e quanto invece le viene tolto.

Sara @libricitante



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